Sant’Uberto, chi era costui?
A questo sconosciuto personaggio è dedicata una via di Nichelino
(una piccola traversa di via XXV Aprile prima di largo delle Alpi). In questa zona della città la toponomastica risale al tempo in cui il territorio apparteneva all’Ordine Mauriziano ed era legato all’attività venatoria attorno alla Palazzina di Caccia di Stupinigi. Da qui derivano per esempio i nomi di via Cacciatori, via Debouchè, via Pracavallo… e per l’appunto Sant’Uberto, venerato come patrono dei cacciatori.
Ma sentite questa strana storia!
I Savoia, come è risaputo, erano appassionatissimi di caccia. In realtà nel Seicento e nel Settecento la caccia era una sorta di status symbol: le monarchie europee facevano a gara a chi allestiva le battute più sontuose, vere e proprie parate alle quali partecipava tutta la corte con uno stuolo di nobili ed invitati. A questo scopo i Savoia avevano costruito le regge di Stupinigi e di Venaria.
Nel 1669 papa Clemente IX aveva regalato ai Savoia le reliquie di Sant’Uberto. Sai che onore, nientemeno che le reliquie del patrono dei cacciatori: le portarono in pompa magna nella chiesa della Venaria Reale dove rimasero fino al 1799. Quando in Piemonte arrivarono i giacobini e Napoleone le reliquie di Sant’Uberto furono nascoste nella chiesa della Crocetta a Torino. Dopo la Restaurazione furono poi traslate nella chiesa parrocchiale di Stupinigi dove si trovano tuttora…
Fino ad epoca recente tutti gli anni si teneva a Stupinigi la festa di Sant’Uberto con una solenne processione il giorno 3 novembre (come si può vedere nella copertina della Domenica del Corriere del 1927) alla quale partecipava una folla di cacciatori.
Sant’Uberto era vissuto tanti e tanti secoli prima. Secondo la tradizione, dopo una giovinezza dissoluta, si era convertito al cristianesimo ed era vissuto santamente dopo che, durante una battuta di caccia, gli era apparso in mezzo alla foresta un cervo con una croce. Di qui il Sant’Uberto patrono dei cacciatori. Morto nel 727, era stato vescovo di Maastricht nei Paesi Bassi, morto di malattia (… ma non era martire?), sepolto a Liegi e poi spostato nell’abbazia benedettina di Andage nelle Ardenne…
E allora com’è che le reliquie si trovano a Stupinigi?
La pergamena pontificia del 1669, che accompagnava le reliquie, specificava che si trattava del corpo integro di Sant’Uberto martire, estratto dalle catacombe del Pretestato a Roma.
Proprio così, era un altro Uberto. Niente a che fare con l’Uberto patrono dei cacciatori. Che i Savoia non avessero letto bene? E’ più facile pensare che volutamente abbiano giocato sull’equivoco. Vuoi mettere: le reliquie di Sant’Uberto non a Versailles, ma a Venaria e accanto al cervo di Stupinigi…