01
Ven, Dic
114 New Articles

"Quella notte il cielo si colorò di rosso sangue"

Pillole di storia
F
Typography

Soprattutto d’inverno abitavo a Lingotto in via Nizza 416, perché nelle altre stagioni i miei familiari erano impegnati nei campi,

per il taglio dell’erba, nella coltivazione del grano e del granturco.

I miei genitori curavano pure il tappeto erboso del Campo d’Aviazione di Mirafiori insieme alla famiglia di Marcello Garino che mio padre aveva associato per sostenere gli impegni agricoli.

Quella notte di fondo gennaio 1938, come sempre dormivo placido nella mia casa di via Nizza (piazza Bengasi), la mamma e la nonna mi svegliarono di soprassalto, gridandomi: “Presto Paolo, dobbiamo scappare: ha preso fuoco il petrolio…!” In realtà il motivo del grido era errato, perché il cosiddetto “petrolio” era un semplic deposito di carburanti della Fiat che si estendeva dall’attuale corso Traiano verso piazza Bengasi e poi a nord fino allo scalo ferroviario che si chiamava “Vallino”. Lì però era successo proprio niente…

Completamente rintronato (come potevo non esserlo?) scesi di corsa in cortile e qui fui letteralmente scaraventato dai miei sulla “doma”, cioè una sorta di calesse. Pensarono a una cosa sola: fuggire, subito, il più lontano possibile.  Ma ecco che lo zio Pinotto fermò i cavalli avvisandoci  che - testuali parole - “il cielo rosso sarà quello della Madonna, come dice il segreto di Fatima, visto che quel pazzo di Mussolini vuol fare la guerra!” Si riferiva lo zio Pinotto ad una delle profezie delle apparizioni di Fatima per cui presto sarebbe scoppiata un’altra guerra mondiale, più terribile della prima, annunciata da una “notte illuminata da una luce sconosciuta”.

Noi della famiglia avevamo pure timore che fosse accaduto qualcosa alla cascinetta presso il campo volo dove tenevamo le vacche da latte. Nostro cugino Vittorio Ferrero però aveva già compiuto, in bicicletta, una prima ricognizione sul posto e riuscì a calmarci. Fu così che cominciammo a capire come quell’impressionante colore rosso sangue che infiammava tutto il cielo era un fenomeno meteorologico che, diranno gli esperti, può verificarsi solo ai poli terrestri. Si trattava cioè di un’intensa aurora boreale, fenomeno rarissimo alle nostre latitudini. Particelle magnetiche si staccano dal sole, questo “vento solare” raggiunge la terra e interagisce poi con l’atmosfera creando spettacolari giochi di luce. 

In quella notte il cielo si tinse di rosso, come illuminato dalle fiamme di un gigantesco incendio. Anche suor Lucia, una delle veggenti di Fatima, assistette nel convento in Spagna all’aurora boreale del 1938 identificandola come quella luce sconosciuta che lei aveva preannunciata nel 1917, “il segno che Dio vi dà per avvertirvi che punirà il mondo dei suoi delitti”.

La gente fu profondamente scossa e turbata dall’evento, in Italia si continuò a parlarne per giorni e giorni. Qualcuno pensò all’apocalisse e alla fine del mondo. In molti interpretarono quel “cielo rosso” come un presagio e la stampa di regime faticò non poco a riportare la calma nell’opinione pubblica.

Non c’era da stupirsi allora se la gente parlava e pensava e cosi drammaticamente, come anche avveniva tra i miei famigliari. “Scoppierà la guerra!” dicevano tutti. Mussolini, solidale con Hitler, nel periodo precedente alla seconda guerra mondiale, aveva dichiarato che l’Italia era “in stato di co-belligeranza”. Era un artifizio letterario che gli concederà ancora un anno di pace. A lui (il duce) serviva per prepararsi al conflitto. Poi l’Asse Ro-Ber-To (Roma, Berlino, Tokio) ci trascinò in pieno nella tremenda tragedia della 2ᵃ guerra mondiale a fianco della Germania nazista e del Giappone imperiale. Ci eravamo messi contro l’intero mondo libero…. Pazzesco!

Era pure chiaro che la cupidigia e l’immensa ignoranza della Storia di Benito Mussolini non avrebbero potuto promuovere la pace. Lui, poi, era un violento di natura.

Le cose sono andate così anche perché noi italiani glielo abbiamo permesso… L’epopea partigiana è stato un agire coraggioso, ma tardivo che non toglie agli italiani il macigno di un’immensa responsabilità iniziale, nata con la conquista ingiusta e sanguinolenta di quell’impero etiopico per il quale tanti ragazzi persero la vita e così pure tantissimi abissini. Diciamolo chiaramente! Speriamo che quella brutta pagina storia ci insegni qualcosa e che gli italiani vogliano farne tesoro.!

Io, che fui “Figlio della lupa” e poi “Balilla” e infine “Avanguardista” secondo le leggi di quel mio tempo, queste cose le ricordo molto bene! Pur avendo solo quindici anni nel mio piccolo tentai di sdebitarmi. Avevo accesso all’aula del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) di Barriera Nizza che era al primo piano della Scuola Elementare Re Umberto I° di piazza Bengasi, Torino. Là per mesi dopo la Liberazione feci da segretario al dott. Giovanni Battista Bernardi che rappresentava il Partito Popolare, nato prima del fascimo, che con gli altri partiti democratici condusse l’Italia sulla strada della democrazia, conquistata con la Resistenza partigiana. Deve essere chiaro: dal fascismo non fummo liberati solo dagli angloamericani, ma anche dalla lotta partigiana. Questa è la Storia!

Paolo Gariglio


- Nella foto un'aurola boreale al polo -